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Galoppatoio Villa Grimani - Il percorso


2. IL PERCORSO

La ricostruzione della storia del galoppatoio che non c’è più di Villa Grimani è stata realizzata con il metodo della ricerca storica. Attraverso l’osservazione guidata, il confronto con altre fonti e l’attività, gli alunni sono arrivati a capire che le fondamenta e il pilastro scoperti erano simili a quelli della recinzione della villa e, avendo la stessa struttura architettonica, hanno dedotto che anche questi appartennero alla proprietà della villa Grimani.

Questa ricerca ha aiutato i bambini a:

  • riconoscere il territorio come un contenitore di tracce;
  • dare significato a oggetti considerati privi d’interesse;
  • riconoscerli come beni culturali che rendono possibile la costruzione della conoscenza di una parte del nostro passato.

La mappa iniziale delle preconoscenze

Ma cosa sapevano i bambini del galoppatoio, una parola/concetto che esula dalla loro dimensione quotidiana e dalle loroesperienze dirette?

Se rilevare le preconoscenze su un argomento è sempre utile e necessario per comprendere la mappa mentale iniziale degli allievi, in questo caso era fondamentale capire quali interpretazioni e senso essi attribuivano a questa parola. L’ abbondanza di associazioni linguistiche e di concetti emersi nel brain-storming ha richiesto una analisi dei termini e una riflessione collettiva.

Si è poi proceduto all’accorpamento delle parole per categorie e all’eliminazione di espressioni similari. La nuova mappa concettuale è stata successivamente riscritta e rappresentata su un cartellone: veniva così evidenziata e valorizzata l’esplorazione delle informazioni dei bambini. Contemporaneamente si ponevano domande e questioni sul galoppatoio.

 

La scoperta delle tracce

Si è organizzata un’uscita per esplorare ed osservare l’ambiente e si è predisposto uno strumento adeguato: una griglia di osservazione.
La scoperta delle fondamenta del pilastro sul marciapiede, riparate dal passaggio solo da un basso recinto di pietre e da una catenella, seminascoste dalla siepe, ha fatto capire ai bambini l’importanza del significato che si dà a un oggetto che può essere parlante a chi pone domande e perciò diventa una fonte utile per produrre informazioni sul passato.

Successivamente sono state utilizzate in classe delle piante e delle foto per contestualizzare la fonte architettonica nell’ambiente e rilevare alcuni elementi caratteristici della zona. Per far elaborare ipotesi e inferenze sulla relazione tra il pilastro e la villa Grimani sono state predisposte delle domande e delle altre immagini.

 

Il confronto delle fonti iconografiche

Il confronto con il passato è stato favorito dall’esame di una fonte fotografica del 1925 e di una del 2007 che riproducono la stessa inquadratura dalla villa del galoppatoio (oggi strada, parcheggio e area edificata).

È stata preparata una griglia di osservazione per le due foto per educare gli alunni a osservare e interpretare gli elementi della fonte iconografica al fine di trovare analogie e differenze sulla strada, sul tipo e quantità di fabbricati, sull’uso del territorio, sui mezzi di trasporto e scoprire così mutamenti e permanenze.

La foto ha stimolato altre domande e un bambino ha proposto di intervistare un signore che aveva lavorato in villa dopo la fine della guerra. In questa fase gli alunni cominciano a scoprire alcune stratificazioni storiche del luogo che stanno analizzando e a comprendere l’importanza del ricorso alle fonti per avere informazioni.

 

La testimonianza

Gli allievi hanno preparato delle domande tenendo presente cosa vogliono conoscere del galoppatoio. Collettivamente sono state selezionate quelle pertinenti alla ricerca e si è preparato un questionario. L’intervista è stata registrata e poi trascritta dall’insegnante, omettendo ripetizioni o argomenti non aderenti al tema.

C’è il rischio che il testimone, per l’immediatezza della comunicazione, possa indurre i bambini a credere all’ esaustività dell’informazione. Le notizie così raccolte vanno organizzate e poi verificate e integrate con altre. Il testimone ha dato moltissime informazioni, passando spesso da una temporalità ad un’altra. È stata necessaria la trascrizione dell’intervista centrata solo sulle domande chiave che avevano posto i bambini: cos’era e com’era il galoppatoio e a cosa serviva.

Nell’illustrare le funzioni del galoppatoio nel tempo si è periodizzata la storia in tre periodi: prima della guerra, in tempo di guerra e dopo la guerra.

 

La linea del tempo e la mappa finale

Per trovare riscontri relativamente alle notizie del testimone e per organizzare le informazioni raccolte sono state presentate una serie di fonti iconografiche che dal presente arrivavano al 1916.

La sequenzialità cronologica delle foto datate in una linea temporale diacronica ha facilitato l’individuazione dei mutamenti e delle permanenze del territorio, delle costruzioni, della strada, rendendo più evidente le ragioni della scomparsa del galoppatoio, oggi.
La linea temporale costruita dai bambini è stato uno strumento utile per evidenziare relazioni tra ambiente e fabbricati, per individuare periodizzazioni e per avere a portata di mano una sintesi del percorso di ricerca. La verifica delle conoscenze e delle procedure apprese si è concretizzata con una mappa finale e con la costruzione dell’indice.