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Ho letto un libro - NL n.° 3


 
  • Arsenio e Chiara Frugoni Storia di un giorno in una città medievale, Roma-Bari Laterza,1997, pp. 222.
Il libro trasporta il lettore entro le mura (ma non solo) di una non identificata città del centro Italia, intorno al XIV secolo. L’autrice ricostruisce momenti ed atmosfere quotidiane in una città-tipo, in una qualsiasi giornata di lavoro; i personaggi che presenta forniscono molte informazioni su come si svolgeva la vita quotidiana per i diversi gruppi sociali. La rigorosa ricostruzione storica si avvale principalmente di fonti iconografiche  e di qualche fonte letteraria. Particolarmente interessante risulta seguire la lettura delle immagini che la Frugoni compie in un percorso nel quale sa coinvolgere il lettore.

 

  • Gilles Clement, Manifesto del Terzo paesaggio, Macerata, Quodlibet, 2005, pp. 100.
Che cos’è il terzo paesaggio? E’ un luogo impreciso che si colloca tra campagna e città, tra natura e cultura: i bordi dei campi, e delle strade, un’area industriale dismessa, gli appezzamenti residui tra le case di periferia. Sono spazi diversi per forma e statuto, accomunati solo dall’assenza di ogni attività umana, ma fondamentali per la loro diversità biologica. Quest’insieme non appartiene né al territorio dell’ombra né a quello della luce. Si situa ai margini.

 

  • Gilles Clèment, Giardini, paesaggio e genio naturale, Macerata, Quodlibet, 2013, pp. 72.
Presso quasi tutte le civiltà, il giardino, come pure il paradiso, è sempre stato uno spazio chiuso, una fabbrica di paesaggio destinata a progettare e incarnare ideali di vita. Nel XX secolo, però, succede qualcosa di nuovo: il giardino esce dal recinto e annulla la sua separatezza. Nasce l'ecologia, e con essa, paradossalmente, una diversa forma di limite, ovvero la coscienza della finitezza del pianeta. Il giardino cambia scala e diventa planetario... Per preservare questo giardino... il giardiniere ha bisogno di un assistente preparato e insieme visionario: di un "nuovo economista", che valorizzi il vivente assecondando le sue naturali capacità di autoregolazione. (Dalla quarta di copertina).

 

  • Renzo Derosas (a cura di) Villa. Siti e contesti,  Treviso, Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova, 2006, pp. 270.

I saggi raccolti in questo volume approfondiscono, tra gli altri, i temi del  il contesto economico e sociale in cui le ville venivano a inserirsi, le trasformazioni ambientali, i diversi gruppi sociali che se ne fecero promotori.
Il quadro che ne esce, con particolare riguardo alle campagne trevigiane e alla cruciale fase prepalladiana, ma con alcune aperture che escono da questi limiti spaziali e temporali, suggerisce nuove e per molti versi inaspettate prospettive sulla villa veneta nel Cinquecento, evidenziando la complessità e la ricchezza di questa esperienza e la sua importanza non solo per la storia dell'architettura, ma per quella economica, sociale e politica della regione.
 
  • Gabriella Bosmin, Francesco Stevanato, Spinea: una storia attraverso le fonti, Città di Spinea, 2014, pp. 159.
Il volume contiene una parte del materiale raccolto in 15 anni di ricerca e recupero delle fonti da parte del  Laboratorio di storia locale di Spinea. Lo schedario presenta fonti materiali, documenti d’archivio, mappe  e carte storiche, fotografie, testimonianze, che coprono un arco temporale che va dell’epoca romana ai giorni nostri. Ogni fonte è preceduta da una scheda di presentazione, una sorta di carta d’identità della fonte stessa, con  i dati essenziali  per la sua comprensione.
Chiude il libro una nota bibliografica sulle pubblicazioni relative alla storia di Spinea.

 

  • Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento La battaglia per l'ambiente contro il degrado civileTorino, Einaudi, 2012, pp.328.
Un'indagine che risale alle radici etiche e giuridiche del saccheggio del Bel Paese, per reagire e fare "mente locale" contro speculazioni, colpevole apatia e conflitti tra poteri. Una necessaria manifestazione di civiltà, per non sentirci fuori luogo nello spazio in cui viviamo. E per evitare che il cemento soffochi anche il nostro futuro. (Dalla quarta di copertina).

 

  • Francesco Vallerani, Italia desnuda. Percorsi di resistenza nel Paese del cemento, Milano, Edizioni Unicopli, 2013, pp. 191.
Dal 1956 al 2010 il territorio urbanizzato in Italia è passato da 170 metri quadrati di suolo per abitate a 343: raddoppiati. Il 6,9% del suolo nazionale consumato contro il 2,3% della media europea. I dati del Rapporto di Ambiente Italia sono ancora peggiori: abbiamo lastricato il 7,6% del suolo. In Lombardia il 15%, in Veneto l’11%.
Viviamo  dunque in un paesaggio sfregiato che produce disagio e angoscia, nel quale si è progressivamente perduto il dialogo tra la gente dei luoghi e i luoghi della gente.
Vallerani ci dimostra che è invece possibile immaginare “altre geografie”, “recuperare il senso di appartenenza ai luoghi”, “avviare una ricucitura sentimentale con i territori della quotidianità”.

 

  • Paolo Malaguti, Sul Grappa dopo la vittoria,  Treviso, Santi Quaranta, 2009, pp. 168.
Sfondo alla storia che l’autore dipana in modo incisivo ed avvincente, il monte Grappa rappresenta, in tutta la sua imponenza, l’orizzonte in cui si snoda a articola la società contadina del tempo e quella dei  malgari, per divenire campo di battaglia dove i soldati combattono , distruggono e uccidono.
Il protagonista della storia è un ragazzo che, alla fine della grande guerra, sale sul Grappa a recuperare rame, piombo e viveri in scatola con lo scopo di aiutare la famiglia, che vive in ristrettezze economiche.
Quello del giovane recuperante è in realtà un viaggio verso la maturazione che gli farà conoscere il senso della vita e scoprire l’inutilità e la barbarie della guerra.
Il romanzo scritto in prima persona è attraversato da riflessioni incisive, in cui s’inserisce la parlata veneta che ha come effetto quello di rendere vivo il testo, favorendo al tempo stesso una sana ilarità.