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Ho letto un libro - NL n.° 6


 
  • Bibliografia per un percorso sulla Shoah per la scuola primaria
a cura di Anna Sarfatti, dicembre 2014
 
Penso che partire dalla narrazione di storie per affacciarsi alla Storia sia la strada giusta con i bambini. Per questo segnalo alcuni testi di narrativa adatti alla fascia  di età 6-11, a partire dai quali/intorno ai quali costruire dei percorsi di lavoro in classe. La scelta è caduta su alcuni titoli che mi sembrano più indicati di altri per cominciare a conoscere le vicende storiche; perché hanno protagonisti bambini; perché non indugiano sulla tragedia dei campi, anche quando vi fanno riferimento.
 
 
 

  • Anna, Michele Sarfatti, L'albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini, Milano, Mondadori, 2013, pp.64
Il protagonista è Samuele, un bambino che ha l’abitudine di nascondere i suoi “tesori” nella cavità di un vecchio olivo della casa di famiglia. L'entrata in vigore delle leggi antiebraiche stravolge la vita dei Finzi per sempre: i genitori devono lasciare il lavoro e Sami la scuola. Dopo l'8 settembre 1943 il bambino viene nascosto presso i nonni dell'amica Francesca e i suoi genitori vengono arrestati. Ma i tesori di Sami rimangono nell'olivo...           
I piccoli lettori possono conoscere le vicende degli ebrei in Italia in quel periodo attraverso la storia in rima e le pagine informative che accompagnano la narrazione.
 

  • Ungerer Tomi, Otto. Autobiografia di un orsacchiotto, Milano, Mondadori, 2012, pp. 48
In questo libro viene narrata la storia dell'orsetto Otto e di due bambini: tre compagni di gioco inseparabili e gioiosi che solo una stella gialla cucita sul petto e la crudeltà della guerra riuscì a dividere. Ma non per sempre, perché un giocattolo amato non si abbandona mai davvero. Per fortuna questo tenero orsetto, il morbido Otto, ha imparato a scrivere a macchina e ci racconta in modo lieve la triste storia del suo caro padroncino ebreo, il duro periodo della guerra,  la gioia della liberazione e soprattutto ci narra l’importanza dell’amicizia, che consola e che guarisce le ferite.
 
 
  • Lorenza Farina, Il volo di Sara, Editore Fatatrac  2011, pp. 32
L'incontro tra una bambina e un pettirosso è il tema di questo straordinario testo di Lorenza Farina. Se aggiungiamo il contesto storico in cui si inquadra, un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, e le immagini di una delle illustratrici più intense del panorama italiano, Sonia Possentini, ne esce un insieme di potenza e lirismo unici.
Un pettirosso segue nel lager le vicende di una bimba separata dalla mamma. Deciderà di portare con sé questa nuova amica dal nastro azzurro tra i capelli, perché la Shoah e i campi di concentramento sono cosa troppo crudele per una bambina.
 
 
 
  • Ruth Vander Zee - Roberto Innocenti, La storia di Erika, Roma, edizioni La Margherita, 2005, pp.24
Siamo nel 1995 a Ruthenburg, in Germania. Un incontro occasionale tra l'autrice e una donna, fornisce l' occasione per iniziare un dialogo.
La donna racconta una storia vera: i suoi genitori, deportati in treno nei campi di concentramento, vicino ad un passaggio a livello l'hanno lanciata ancora  in fasce, fuori dal finestrino, salvandole la vita. Una signora, coraggiosamente, l'ha accolta e l'ha cresciuta chiamandola Erika.
Erika immagina i tormenti della madre costretta a compiere una scelta così dolorosa pur di evitarle la morte sicura..
Avvincente, pieno di speranza e di amore, il  libro è adatto dalla classe terza della primaria.
 
 
 
  • Lia Levi, La portinaia Apollonia, Roma, Orecchio Acerbo, 2006, pp.28
Siamo nell’autunno 1943. Daniel, un bambino ebreo vive una città occupata dai soldati tedeschi. Il padre non c'è, la sua mamma è costretta a lavorare a casa per nascondersi. Daniel deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è l'arcigna portinaia Apollonia, di sicuro una strega, a spaventarlo più di ogni cosa. Finché un giorno... Forse anche una strega può salvare un bambino? E’ proprio Apollonia che riesce, con uno stratagemma, a proteggere da un rastrellamento mamma e figlio. Le semplici ma esplicative immagini permettono di proporre questo libro anche ai bambini delle prime classi delle elementari.
Il pdf del libro può anche essere scaricato presso il sito della casa editrice .
 
 
  • Karen Levine, La valigia di Hana, Milano, Fabbri Editori, 2003, pp.126
Tokyo Giappone 2000
Una valigia, un nome  con una data.Hana Brady 16 maggio 1931 e la scritta Waisenkind (orfana): questo ciò che vedono i bambini giapponesi in una vetrina del Museo dell’Olocausto.
Da qui una serie d’interrogativi ai quali la direttrice del museo tenterà di dare una risposta.
La troverà dopo un viaggio che la porterà prima a Praga, dove riuscirà a tessere i fili che la condurranno fino a Toronto .E’ una storia vera quella che l’autrice racconta perché il passato non venga più percepito solo  come una dimensione temporale lontana, insegni che le buone azioni possono contribuire a cambiare gli uomini.
 
 
 
  • Helga Schneider, Stelle di cannella, Milano, Salani Editore, 2002, pp.117
Gli anni che vanno dal 1932 al 1934 segnano profondamente molte famiglie tedesche ebree. Il paese cambia come se un terremoto lo avesse sconquassato. Fritz e David, due bambini di nove anni sono grandi amici, insieme trascorrono molte  ore giocando, ma gli eventi li divideranno fino a metterli l’uno contro l’altro in modo definitivo.
Il quartiere in cui le loro famiglie vivono sembra avere qualcosa di unico: le persone si aiutano, nessuno cerca di imbrogliare l’altro, ma  con l’ascesa al potere di Hitler tutto si trasforma.
Il libro racconta la quotidianità di tre famiglie e del progressivo sfacelo dei loro rapporti interpersonali.
 
 
 
  • Steven Schnur, Il segreto di Mont Brulant, Milano, Mondadori, 1997, pp.81
Etienne un ragazzino di undici anni trascorre le vacanze estive dai nonni a Mont Brulant. Continua ad andarci anche dopo la morte della nonna per far compagnia a Grand père. Dopo la guerra il paese è cambiato, Etienne fatica a ritrovare luoghi, negozi paesaggi a lui cari.
Durante la sua visita si rende conto che il nonnno e la domestica, madame Jaboter, nascondono qualcosa. Sarà proprio Etienne accompagnato dalla  cavalla Reveuse a riscoprire il tragico segreto che gli abitanti di Mont Brulant volevano dimenticare. Saranno i fantasmi dei bambini morti a farsi avanti per reclamare con forza la loro presenza.
 
 
 
  • Carlo Lucarelli, Il trillo del diavolo, Trieste, Edizioni EL, 1998, pp.52
28 Agosto 1938.La foto ritrae gli studenti del conservatorio. Davanti a tutti i tre violinisti, grandissimi amici, Hana, Reinhard e Viktor sorridono felici. L’anno successivo la guerra li avrebbe portati su strade diverse; il vecchio compagno di studi  diventa il nemico da inseguire e uccidere. Viktor ha il compito di salvare la Polonia, i piani segreti sono custoditi tra le note della sonata n. 35 conosciuta come” Il trillo del diavolo”.Il ritmo si fa incalzante quando Viktor incontra Reinhard, pensa di essere salvo, ma il ghigno del vecchio compagno non lascia dubbi sulla sua trasformazione.Viktor rimane solo a sfidare la guerra.
 

 

  • Marta Ottolenghi Minerbi, La colpa di essere nati, Treviso, Devanzis editrice, 2012, pp.367
Il libro (presentato come romanzo perché ai personaggi, tutti rigorosamente veri, è stato cambiato il nome), narra le vicende che appartengono alla “incredibile vita” vissuta della scrittrice dal 1938 al 1945.
 “La colpa di esser nati” è un titolo che sottolinea l’ingiustizia subita dagli ebrei, ma il racconto più che dei malvagi che hanno perseguitato l’autrice, parla dei tanti buoni che si sono prodigati per lei. L’ultima parte, quella che dovrebbe essere la più lieta perché narra la fine dalla guerra, è invece la più triste:  in essa la Ottolenghi racconta la  vana attesa del ritorno del marito dalla prigionia.

 

  • Anna Foa Portico d'Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno del '43, Roma, Laterza, 2014, pp. 139                       
Questa è la storia degli abitanti della Casa e dei nove mesi segnati per gli ebrei romani da oltre duemila deportazioni. Sono presi per strada, nel quartiere del vecchio ghetto che non hanno lasciato, nelle stesse case in cui sono tornati, nei negozi, perfino al bar.
La razzia cominciò poco prima delle cinque e trenta.
 Scrupolosamente, gradino dopo gradino, i nazisti salirono le larghe scale di marmo della Casa fermandosi ad ogni porta senza tralasciarne nessuna. Il 16 ottobre del 1943 qui i nazisti arrestano più di trenta ebrei: perlopiù vecchi, donne e bambini. Altri quattordici saranno catturati nei mesi successivi.
 
Indice
Premessa. La razzia. La Casa. Il 16 ottobre nella Casa. Nella Casa vuota. I luoghi della cattura. “Credevamo che prendessero solo gli uomini”. La “Pantera Nera” e altri delatori. Sentenze. Dalla microstoria alla storia. Nota bibliografica, Ringraziamenti. Le famiglie degli abitanti della Casa al 16 ottobre 1943. Indice dei nomi
 
Intervista ad Anna Foa di Concita De Gregorio a "Pane quotidiano" del 16 ottobre 2013
 

  • Michele Sarfatti, Gli ebrei nell'Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Torino, Einuadi, 2000, p. 377
Gli ebrei che negli anni del Risorgimento si erano «fatti italiani» più rapidamente dei loro concittadini, e che negli anni dell'ltalia liberale avevano partecipato alla costruzione e allo sviluppo di uno Stato moderno, negli anni del fascismo videro le loro identità e le loro vite progressivamente limitate, sopraffatte, annientate. Il fascismo tornò a far esistere il problema delle relazioni tra Stato ed ebrei, giungendo alla svolta legislativa persecutoria del 1938 e, sul finire della guerra continentale, alla nuova e più tragica svolta criminale del 1943, che vide Mussolini e una parte degli italiani corresponsabili del dilagare della Shoah nella penisola.
 
Indice
Introduzione. I. Gli ebrei all'avvento del fascismo. II. La città, la stoffa e il libro. III. Il periodo della persecuzione della parità dell'ebraismo (1922 - 36). IV. Il periodo della persecuzione dei diritti degli ebrei (1936 - 43). V. Il periodo della persecuzione delle vite degli ebrei (1943 - 45). Appendici. Indici.
 
Ascolta Michele Sarfatti alla Festa del Libro Ebraico 
 
 

  • Bruno Maida, La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia (1938-1945), Torino, Einaudi, 2013, pp. 346
 
Il regime fascista iniziò ad attuare la discriminazione proprio dal mondo della scuola, e i bambini ebrei - prima espulsi, poi separati, esclusi ed infine internati - furono vittime tra le vittime. Una parte di essi fu deportata, gli altri dovettero fuggire e nascondersi per molti mesi. Bruno Maida ne ripercorre la storia tra il 1938 e il 1945 attraverso i progressivi stadi della persecuzione, attento a cogliere non solo lo sguardo che l'infanzia ebbe di fronte al turbinio dei fatti, ma la portata politica di una ferita impossibile da sanare, se non, forse, in un profondo tentativo di comprensione.
 
Indice
I. Con occhi di bambini Perché questo libro esiste? L'infanzia tradita
Ogni bambino ha un nome. Strategie per la sopravvivenza. La memoria dell'infanzia. Come una dedica
II. La stella invisibile Espulsi. Separati. Esclusi.Internati
III. La notte più scura Iniziò sul lago.16 ottobre 1943: il giorno della memoria. Caccia agli ebrei.Delatori, spettatori e sciacalli
IV. La seconda ferita In fuga. Carte false. Un mondo nuovo. L'infanzia salvata.
V. Il lungo addio La fine della libertà. Le anticamere della morte. Il viaggio
VI. Novecento bambini Mass-klo. Tra vita e morte. Frammenti di sopravvivenza. Sergio e Luigi
VII. Vivere ancora La tregua. Una doppia liberazione. «Tutto mi è stato rubato, tutto»
Ringraziamenti
Indice dei nomi
 

 

  • Valentina Pisanty, Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah, Milano, Bruno Mondadori, p.160
"Il difetto sta nel manico, e cioè nella scelta di rubricare la rievocazione della Shoah sotto la categoria della Memoria anziché della Storia. E ciò non a ridosso degli eventi, quando gli italiani avrebbero potuto attingere ai ricordi vivi di uno sterminio appena perpetrato per interrogarsi sulle proprie responsabilità dirette, ma a distanza di decenni, quando la comunità commemorante cominciava a sentirsi sufficientemente estranea agli eventi in questione da poterli chiudere in una teca da museo".
Ne discende, inevitabilmente, una "bulimia commemorativa": sono tre, in particolare, gli abusi della memoria ricorrenti (e più insidiosi): la negazione, la banalizzazione, la sacralizzazione.”
 
Indice
Malintese memorie.
  1. Negare. I precursori. Il caso Faurisson. Il metodo negazionista. Il negazionismo tecnico. Revisionismo e negazionismo. Gli storici e il negazionismo. Le leggi della memoria. Perché lo fanno?
  2. Banalizzare. Banalizzare e trivializzare. Shoah e Kitsch. Si può rappresentare la Shoah? La tesi dell'unicità. Paragoni spregiudicati. La Shoah come arma di ricatto. Continuità spurie. La parola "olocausto". Demitizzare la Shoah.
  3. Sacralizzare. «Se non ora, quando?». La teodicea. Israele e la Shoah. Profanare o infamare? Bibliografia. Indice dei nomi
Ascolta Valentina Pisanty
 

 

  • Simon Levis Sullam, I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945, Milano, Feltrinelli, 2015, pp. 148
Perché raramente si ricorda che almeno metà degli arresti di ebrei tra il 1943 e il 1945  fu condotta da italiani, senza ordini o diretta partecipazione dei tedeschi? Perché ancora oggi spesso si sostiene che l’Italia e il fascismo siano rimasti “al di fuori del cono d’ombra dell’Olocausto”? Perché si preferisce celebrare il mito del “bravo italiano” e si dimenticano i carnefici italiani? Settant’anni dopo le deportazioni degli ebrei dall’Italia, il  libro cerca di dare risposta a queste domande scomode, raccontando  chi, in quali contesti, co quali motivazioni e in che modo partecipò nel nostro paese al genocidio degli ebrei.
 
Indice
Prologo. Una sera del 1943 1. Le premesse e il sostegno ideologici 2. Dinamiche di un genocidio  3. Gli inizi delle persecuzioni 4. Sequestrare beni ebraici 5. Gli arrestì e le deportazioni da Venezia 6. A caccia di ebrei a Firenze 7. Sul confine: ebrei in fuga 8. Una città senza ebrei: Brescia 9. Delazioni.
Conclusioni. Amnistie, rimozioni, oblio.
 
 

  • Georges Bensoussan, L'eredità di Auschwitz, Come ricordare?, Torino, Einaudi, 2014, pp. 202
 
Tante (forse troppe) volte commemorando lo sterminio degli ebrei perseguito dal regime nazista concludiamo con un «Mai più» pericolosamente impreciso. L'immensa barbarie della shoah spesso ci ammutolisce. E, invece, ciò di cui la Storia ha assoluto bisogno non è uno sterile «dovere di memoria» ma un dovere di rigore storico che insegni a chi ancora non sa come e quando quell'atrocità si è consumata.
Georges Bensoussan indaga il modo in cui la civiltà occidentale ha gestito e gestisce la memoria dell'evento: una memoria spesso mistificante e conciliatrice, che tende ad attenuare il portato traumatico dell'accaduto, piuttosto che farsi responsabilità bruciante.
 
Indice
Prefazione. - I. I trabocchetti della memoria. II. Insegnare cosa? III. Un insegnamento politico e civico. IV. Una problematica politica. V. Una nuova «visione dei vinti»? VI. Quale conclusione. - Breve storia dello sterminio degli ebrei d'Europa. - Bibliografia. - Postfazione di Mauro Bertani.
 
 
 
  • Georges Bensoussan, Storia della Shoah, Firenze, Giuntina, 2013, p. 168 
“Tra il 1939 e il 1945, la Germania nazista ha sterminato circa 6 milioni di ebrei europei nel silenzio pressoché totale del mondo: questa la realtà del genocidio ebraico, Shoah nella lingua ebraica. La decisione di "far scomparire" il popolo ebraico dalla terra, la determinazione di decidere chi deve e chi non deve abitare il pianeta, spinta alle sue ultime conseguenze, segna la specificità di un'impresa, unica a tutt'oggi, tesa a modificare la configurazione stessa dell'umanità.”
La  comprensione della Shoah richiede un rigoroso lavoro storico che va oltre – e prima – la Shoah stessa  nella lettura del contesto che la circonda.
 
Indice
Introduzione
  1. Gli ebrei d'Europa: tra rigetto e integrazione. Le tappe dell'esclusione Gli ebrei d'Europa tra le due guerre Ebrei e tedeschi: simbiosi mitica e rigetto reale.
  2. Germania 1933-1939: l'esclusione legale. La Germania nazificata: una nazione asservita. L'esclusione: 1933-1939. L'abbandono: dalla Conferenza di Évian alla "Notte dei cristalli".
  3. Una politica caotica: 1939-1941 Le esitazioni. Trasferimenti e reclusione: la morte programmata del ghetto. La svolta dell'estate del 1941: la prima fase del genocidio. La decisione del genocidio? Il modello del massacro di massa: l'Aktion T4 .
  4. La "Soluzione finale".  Uno sterminio di massa pianificato. I centri di sterminio. Far sparire le tracce.
  5. Resistere nel silenzio delle Nazioni.  Il silenzio del mondo: chi sapeva cosa? I tentativi di salvataggio.  Resistere?
  6. L'ora dei bilanci. La scoperta del genocidio. La distruzione del mondo. I processi. Comprendere?
  7. Conclusione. Bibliografia e filmografia.
 
 
 

  • Donatella Giulietti (a cura di),  Eri sul treno per Auschwitz? Strumenti per raccontare la Shoah ai bambini, Rimini, Fulmino Edizioni, 2013, p. 184
Il volume nasce con l’intento di offrire ai docenti gli strumenti per la progettazione di percorsi di ricerca storico-didattica partendo da presupposti di ordine storiografico, e metodologico-didattico e dall’analisi di nuovi linguaggi della "narrazione" della Shoah ai bambini. Il testo raccoglie un  lavoro di ricerca e sperimentazione dell'ISCOP in collaborazione con le scuole della Provincia di Pesaro-Urbino. il percorso presenta una varietà di strumenti e linguaggi tra cui l'arte, i testi di letteratura per l'infanzia e, naturalmente, il laboratorio storico con le fonti, con particolare riferimento alla vicenda di un bambino, Cesare Moisè Finzi, e ai componenti della sua famiglia.
 
Indice
Premessa M. Annoni A. de Berardinis Introduzione C. Marcellini, M. Pentucci
PARTE PRIMA
PER UNA FORMAZIONE STORIOGRAFICA E PEDAGOGICO-DIDATTICA
Le leggi razziali del fascismo C. Di Sante
La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia, 1938-1945 B. Maida
Insegnare e imparare la Shoah. Qualche riflessione E. Perillo
Imparare facendo. Il laboratorio storico: conoscere il passato interrogando le fonti M.T. Rabitti
Storia e memoria. Riflessioni ai margini di un’esperienza di ricerca L. Maggioli
Io testimone. Dalla presa di coscienza alla necessità di parlare alle giovani generazioni C. M. Finzi
E' possibile parlare della Shoah ai bambini? Le motivazioni del percorso didattico D. Giulietti
PARTE SECONDA
IL PERCORSO DIDATTICO
La storia di Cesare Moisè Finzi: dai libri per l’infanzia alle fonti della storia D. Giulietti
 
Leggi l’Introduzione di Carla Marcellini e Maila Pentucci
  http://www.bobbato.it/fileadmin/grpmnt/1133/INDICE_INTRO.pdf