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Memoria - NL n.° 6


“Quando rimarremo soli a raccontare l’orrore della Shoah, non basterà dire «Mai più!» né rifugiarsi tra le convenzioni della retorica. Serviranno gli strumenti della storia e la capacità di superare i riti consolatori della memoria. (…) Nel Giorno della memoria, dunque, non ci interroghiamo sui sopravvissuti o sui testimoni diretti, ma su noi stessi, venuti dopo.
[h2]La bambina di Pompei[/h2]

Poiché l'angoscia di ciascuno è la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre

[h2]La colpa di essere nati[/h2]

Ho visto, tra le macerie di Treviso (povera città martoriata e mutilata) un rosaio in fiore: una fiamma di rose rosse accesa tra il polverone dei calcinacci. La morte era intorno: solo segno di vita, quella fiorita eccezionale.

[h2]Ad altezza di bambine e bambini: raccontare, ascoltare, capire la Shoah[/h2]

Come insegnare  anella scuola di base il  genocidio  degli ebrei europei che tra il 1933 al 1945 portò alla distruzione di circa i due terzi della popolazione  ebraica del nostro continente assieme alla persecuzione di gruppi etnici, oppositori politici, omosessuali, malati di mente, disabili, Testimoni di Geova?

[h2]Leggere LA PORTINAIA APOLLONIA di Lia Levi in classe seconda[/h2]

Il libro-cartellone è stato realizzato dai bambini di classe seconda.

[h2]La Giornata della Memoria in classe terza[/h2]

Ogni anno il Ministero invita tutti gli ordini di scuola a celebrare la Giornata della Memoria nei modi ritenuti più adatti. Per gli insegnanti della scuola primaria rispondere all’invito presenta difficoltà particolari

[h2]La Giornata della Memoria in classe quarta[/h2]

Approfittando degli appuntamenti del coro è stata preparata la celebrazione della giornata della memoria: il periodo storico e gli eventi sono stati presentati in modo da poter essere accolti anche dai bambini più piccoli

[h2]La Storia di Anna Frank in classe quinta[/h2]

La presentazione (formato PowerpPoint) è stata realizzata con gli alunni di classe quinta a conclusione di un lavoro sul Giorno della Memoria. Ai bambini era stata proposta la visione del film “Il diario di Anna Frank”

[h2]Memoria di una discriminazione - classi quinte[/h2]

Il percorso didattico realizzato dalle classi 5^ A e B delle scuole primarie Olme e Piranesi del 1° I.C. di Mogliano Veneto può essere sintetizzato da questo poster dal titolo: “Storia di una persona discriminata. La sua vita”.

 

 

 

 

illustrazione di Laura Possentini
in Lorenza Farina, Il volo di Sara, Fatatrac

“Quando rimarremo soli a raccontare l’orrore della Shoah, non basterà dire «Mai più!» né rifugiarsi tra le convenzioni della retorica. Serviranno gli strumenti della storia e la capacità di superare i riti consolatori della memoria. (…) Nel Giorno della memoria, dunque, non ci interroghiamo sui sopravvissuti o sui testimoni diretti, ma su noi stessi, venuti dopo.

David Bidussa

 

La bambina di Pompei
 

Poiché l'angoscia di ciascuno è la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
Invano, perché l'aria volta in veleno
È filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Così tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta è stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

                                                              Primo Levi, 20 novembre 1978
 
 
 
La colpa di essere nati
 
Ho visto, tra le macerie di Treviso (povera città martoriata e mutilata) un rosaio in   fiore: una fiamma di rose rosse accesa tra il polverone dei calcinacci. La morte    era intorno: solo segno di vita, quella  
fiorita eccezionale.
Ecco: in mezzo a quella tristezza di cose morte, un altro segno di vita: un canto ininterrotto d'uccelli che lanciavano un richiamo dall'uno all'altro dei pochi alberi superstiti, ma stroncati. Fiori in terra, uccelli nel cielo: colore e armonia. La vita riaffermava i suoi diritti nell'eterna vicenda. Fra tanta angoscia di cose morte, un soffio di poesia. Ed è quel soffio di poesia che attraverso gli schianti, gli strazi, i tormenti, dà ancora la forza di vivere e di proseguire il cammino.
 
*  *  *
E quanto duro il cammino! Come ho potuto giungere fin qui? Chi, che cosa mi hanno sorretto, se non Dio e la forza cieca, occulta dell'istinto, che ciascuno porta in sé?
Il ricordo è spasimo... Eppure debbo ricordare: non posso dimenticare. Dovrei dimenticare, col male che mi han fatto gli uomini, anche tutto il bene che dagli uomini ho ricevuto: perché, se la perfidia è stata grande, fu mitigata dall'azione contraria di tanti che si prodigarono, perché non avesse a prevalere.
Io sono qui, sola.
Una volta, ancora sette anni addietro, avevo una casa mia, qui a Treviso: una casa, ove vivevo con mio marito...
Mio marito dov'è? Dov'è, se ancora esiste?
A Milano, all'Arcivescovado c'è un cartello con il suo nome e il nome di un campo di concentramento tedesco: Auschwitz. "Chi avesse notizia..." ma la notizia non c'è, non ci può essere.
Impossibile che, dopo diciotto mesi, un uomo di oltre cinquant'anni, abbia potuto resistere alle sevizie degli aguzzini!
Ho parlato a Milano - andavo all'arrivo dei rimpatriati dei campi tedeschi (triste teoria di larve umane) - con un evaso di Auschwitz, il numero inciso a fuoco sull'avambraccio: 134442: quand'era fuggito, soltanto quarantamila di duecentomila sopravvivevano. Ripeteva le solite notizie delle fustigazioni a catena, delle camere a gas, degli esperimenti scientifici e tutti gli altri orrori...
No, non ho voluto più saper niente, non ho voluto più interrogare. Ogni parola è un'altra spina nel cuore. Ma poi, la curiosità morbosa, la speranza assurda di aver qualche notizia, mi spinge ancora ad interrogare, a investigare... Niente, sempre niente!
Uscire, una buona volta, - mi ripeto - da questa incertezza che uccide lentamente, ora per ora, minuto per minuto, meglio una tragica parola che tolga per sempre da quest'attesa angosciosa... Ma poi ho vergogna del mio pensiero e dico: «Sperare ancora, sperare sempre, ma non sapere!» Mi accorgo di essere vile e mi disprezzo, non ne posso più!...
Ricordi, Sandro, l'ultima volta che ti ho visto? Eri venuto in convento, ridente, sereno, perché il Questore, incontrato da te per caso, e da te non sfuggito, ti aveva detto che avresti potuto stare tranquillo: i Tedeschi eran stati ormai soddisfatti con le retate abbondanti di Ebrei e non ne cercavano altri. E sei venuto subito, il giorno dopo, da me. Sette chilometri a piedi alle tre del mattino il cinque gennaio per prendere il treno a S. Michele del Quarto («Che luna, che incanto e che gelo!» mi hai detto) per venire a dare la lieta novella, perché le buone suore, che clandestinamente mi ospitavano, non avessero più a tremare ad ogni squillo di campanello!
E quante volte ti ho atteso, dopo quell'ultimo giorno: cinque gennaio millenovecento-quarantaquattro: certe date non si dimenticano... E dopo...
Ma no: parliamo di prima.
*  *  *
Torno dal Capo della polizia giudiziaria e ritiro la denuncia. Egli mi guarda e sorride: «Qualche mese fa non avreste mai pensato, nevvero, di venire in quest'ufficio, con la superiorità di chi perdona?... Ora che tutto è passato, ditemi: perché i nazi-fascisti vi perseguitavano così barbaramente?. Che colpa avevate?»
Io lo guardo, fisso, negli occhi:
«Che colpa? La colpa di esser nati! E per la sola colpa di esser nati siamo stati braccati... E la stessa colpa ha avuto mio marito, di cui non so più niente; mio fratello, che non è più tornato... Per la sola colpa di esser nati han trovato atroce morte, nei campi di eliminazione tedeschi, sei milioni (capisce?) sei milioni tra uomini, donne e bambini...
La più grande infamia della storia!».
 
Marta Minerbi Ottolenghi, La colpa di essere nati, Milano, Gastaldi Editore, 1954
 

Ad altezza di bambine e bambini: raccontare, ascoltare, capire la Shoah

Come insegnare  anella scuola di base il  genocidio  degli ebrei europei che tra il 1933 al 1945 portò alla distruzione di circa i due terzi della popolazione  ebraica del nostro continente assieme  alla persecuzione di gruppi etnici, oppositori politici, omosessuali, malati di mente, disabili, Testimoni di Geova?

Le esperienze che proponiamo indicano possibili strade, progetti e attività realizzate nella scuola primaria. Un contributo alla riflessione e alla ricerca didattica su un tema decisivo della storia contemporanea.

 

Leggere  LA PORTINAIA APOLLONIA di Lia Levi in classe seconda

Il libro-cartellone è stato realizzato dai bambini di classe seconda. Il lavoro è stato così proposto:

  • ascolto della storia del libro”La portinaia Apollonia” accompagnato dalla visione delle immagini scansionate e proiettate
  • divisione della storia in sequenze  
  • disegno delle diverse sequenze
  • conversazione sulla figura della portinaia 
  • considerazioni finali (Se Apollonia non avesse salvato Daniel...)
  • prime intuizioni sulle discriminazioni e sulla figura del Giusto.
                                           1° I.C. Mogliano Veneto (TV) - cl. 2 A a.s. 2011-2012 Ins. Eliana Guzzo
 
Leggi il libro sfogliabile
 
 
 
 
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Il Giorno della Memoria in classe terza

Ogni anno il Ministero invita tutti gli ordini di scuola a celebrare il Giorno della Memoria nei modi ritenuti più adatti. Per gli insegnanti della scuola primaria rispondere all’invito presenta difficoltà particolari perché gli allievi non possiedono sufficienti conoscenze storiche di contesto e, per la loro età, non possono ancora distinguere e mettere in relazione i diversi piani di discorso (psicologico, storico, dei diritti umani). Questo breve lavoro (tre ore circa), con bambini di otto anni, tenta di introdurre il tema a partire da un numero necessariamente ridotto di informazioni da far commentare in vario modo.

1° IC Spinea (VE) - cl. 3 - a.s. 2013-2014 Ins. Nadia Paterno
Leggi il libro sfogliabile
 
 

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Il Giorno della Memoria in classe quarta

Approfittando degli appuntamenti del coro è stata preparata la celebrazione del  giorno della memoria: il periodo storico e gli eventi sono stati presentati in modo da poter essere accolti anche dai bambini più piccoli, con fedeltà ai fatti, senza nascondere la gravità dell’accaduto ma sempre con un occhio di riguardo ai soggetti più fragili e facilmente impressionabili; di qui la scelta di centrare le conversazioni sulla presentazione dei “Giusti” ed in particolare sulla figura di Gino Bartali che da poco ha avuto questo importante riconoscimento. È stato presentato alle classi – Helga Weissova - una raccolta di disegni di una bambina sopravvissuta al ghetto di Terezin presso la città di Praga. Sono stati proposti anche alcuni spezzoni del film “La vita è bella” di Benigni. Il coro ha ripetuto le canzoni “Gam Gam” ed “Hevenu Shalom”.

1° I.C. Mogliano Veneto (TV) - cl. 4 a.s. 2013-2014 Ins. Maddalena Dalla Chiara

Il progetto

Guarda i disegni di Helga Weissova

 

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La Storia di Anna Frank in classe quinta

La presentazione (formato PowerpPoint) è stata realizzata con gli alunni di classe quinta a conclusione di un lavoro sul Giorno della Memoria. Ai bambini era stata proposta la visione del film “Il diario di Anna Frank” del 2008 in cui si conosce la vita di Anna  poco prima e durante il tempo in cui lei trascorre la sua vita nell'alloggio segreto e scrive le sue riflessioni nel suo diario. Sono stati proposti anche alcuni brani tratti dal "Diario", edito da Einaudi, la visione di un depliant illustrativo sull'alloggio segreto ad Amsterdam che ora è diventato un museo e la visita virtuale al museo stesso. Alla fine sono state scelte le informazioni essenziali che si volevano raccontare, si è predisposto uno story board ed ad ogni alunno è stata affidata una diapositiva del PowerPoint.

1° I.C. Mogliano Veneto (TV) - cl. 5 A a.s. 2008-2009 Ins. Eliana Guzzo

Sfoglia il libro sfogliabile

 

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Memoria di una discriminazione - classi quinte

Il percorso didattico realizzato dalle classi 5^ A e B delle scuole primarie Olme e Piranesi del 1° I.C. di Mogliano Veneto può essere sintetizzato da questo poster dal titolo:

“Storia di una persona discriminata. La sua vita”.

Le fonti principali su cui è stata centrata la progettazione delle attività didattiche sono state il libro “La colpa di essere nati” scritto da Marta Minerbi Ottolenghi ed il film “Il diario di A. Frank”. Nel percorso centrato su Marta Minerbi, una direttrice didattica in servizio a Mogliano Veneto dal 1936 al 1938 poi sospesa dal servizio in seguito alle leggi razziali e rientrata al suo lavoro nel 1945 alla fine della guerra, sono state utilizzate anche quelle fonti tipiche della storia a scala locale: quella orale dei testimoni che l’hanno conosciuta, quella degli archivi familiari che hanno prodotto foto e pagelle ma anche quella scritta dell’archivio scolastico in cui sono stati trovati molti documenti con la sua firma. Nel caso di Anna Frank sono stati letti brani tratti dal suo libro, è stato visionato il sito che mostra la visita virtuale della casa in cui la ragazza era rimasta nascosta, le foto che sono lì state raccolte. Per ricostruire le caratteristiche del fascismo e nazismo si è ricorsi anche alla fonte legislativa.

1° I.C. Mogliano Veneto (TV) - cl. 5 a.s. 2009-2010 Ins. Rosella Debei, Flavia Muraro

Vedi il poster