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Traccia / Tracce NL n° 14 Ho letto un libro


Testi per ragazze e ragazzi

 

 

 

 

 
 
 
  • Telmo Pievani, Sulle tracce degli antenati, Firenze, Editoriale Scienza, 2016, pp.136
Un’avventurosa indagine per scoprire l’evoluzione del genere umano.
Anche il nonno aveva un nonno? E prima ancora chi c’era? Siamo davvero parenti delle scimmie? E chi erano gli uomini delle caverne? Inizia con queste domande il viaggio di Luca, intraprendente cucciolo di Homo sapiens alla ricerca degli antenati. Lo aspettano dieci incontri sorprendenti con altrettanti lontani cugini che lo aiuteranno a risalire sempre più indietro nel tempo, da Neanderthal fino all’antichissimo Panomo. Sempre a caccia di indizi, Luca riuscirà a intervistare la famosa Lucy, uno strano pigmeo indonesiano e perfino una misteriosa siberiana di cui si conosce solo un mignolo…
 

 


 

 

 

 

 
 
 
 
 
  • Marie-Thérèse Davidson, Alessandro Magno, Parigi, Gallimard-Jeunesse, 2002, pp.127
Un libro per rivivere l'epopea del giovane Alessandro Magno attraverso le cronache degli storici dell'antichità. Per scoprire le civiltà della Grecia e della Persia.
Alessandro diviene re nel 336 a.C., alla morte del padre Filippo di Macedonia. Partito dall’Europa dopo aver consolidato il suo potere, nel 334 a.C. sbarca in Asia, da cui non farà più ritorno: giunto in India, ritorna sui suoi passi nel 326 a.C. e muore nella città di Babilonia nel 323 a.C. Attraversa regioni ostili fino ad arrivare in India, limite del mondo allora conosciuto. E’ un libro adatto ai ragazzi a partire dai dieci anni.
 
 

 

  • Camilla Peruch, La storia ritrovata del soldato Jozsef Kiss, Vittorio Veneto, Treviso Kellermann Editore, 2016, pp. 80
Il desiderio di scoprire l'identità di un soldato ungherese che 100 anni fa lasciò traccia di sé, in una casa lungo il Piave, diventa occasione per un viaggio nella Storia e un viaggio nell'Europa attuale tra Slovenia, Croazia, Serbia, Ungheria e Romania.
Piccoli indizi racchiusi in una vecchia scatola di fotografie spingono l'autrice a seguire i percorsi di vita di quell'uomo, creando così un ponte tra presente e passato, un legame tra chi cerca e l'oggetto del cercare.
Un metodo di ricerca che finalmente contempla le emozioni non a corollario del dato storico, ma come elemento di umanizzazione del racconto.
 
 

 

  • Guus Kuijer, Il libro di tutte le cose, Milano, Salani Editore,2009, pp.94
Thomas ha un padre severo e violento, che crede in un Dio altrettanto rigido. Thomas ha un segreto: vede cose che nessun altro vede. Ha un sogno: diventare felice.
Un successo internazionale, uno dei libri più importanti della letteratura olandese. Un breve romanzo di formazione dell’umorismo surreale e irriverente, una storia meravigliosa sul potere della fantasia e la forza dell’unione.
Ha ottenuto il Premio Andersen 2010 per aver raccontato la storia di una presa di coscienza che passa attraverso i libri e ad essi affida il primato di diventare strumento di liberazione ed emancipazione.
Per  lettori di tutte le età.
 
 

 
 

 

 

 

 

 

  • Piero Ventura, I vestiti, Milano, Arnoldo Mondadori, 1992, pp.64
Con che cosa erano fatti i primi vestiti? Di che colore erano le scarpe dei Romani? La moda, nata dalla necessità elementare di proteggersi dal freddo o dalla polvere, è diventata presto una palestra dell’inventiva, un pretesto per comparire in modi sempre nuovi sul palcoscenico della vita.
Vestiti, cibi, case, trasporti, scienza,tecnologia, economia e comunicazioni: la storia dell’uomo è contrassegnata dai progressi ottenuti in questi campi.
Piero Ventura ne ha tratto monografie snelle , piacevoli alla lettura, ricche di curiosità, per seguire le tracce lasciate dall’uomo.
Della stessa collana  “Le tracce dell’uomo”: Le case – La comunicazione – I cibi – I trasporti

 


 
 
Storiografia
 
 

  • Carlo Ginzburg, Miti, emblemi, spie. Morfologia e storia, Torino, Einaudi 1986, pp. 251
«Improvvisamente mi accorsi che nella ricerca in corso da anni sul sabba stavo adoperando un metodo molto piu morfologico che storico, - scrive Carlo Ginzburg. - Raccoglievo miti e credenze provenienti da ambiti culturali diversi, sulla base di affinità formali. Al di là delle identità superficiali riconoscevo (o almeno credevo di riconoscere) omologie profonde... Le connessioni storiche note non potevano guidarmi, perché quei miti e quelle credenze (indipendentemente dalla data in cui affioravano alla documentazione) potevano risalire a un passato molto piú antico. Usavo la morfologia come una sonda, per scandagliare uno strato inattingibile agli strumenti consueti della conoscenza storica».
 
Indice
Prefazione. - Nota bibliografica. - Stregoneria e pietà popolare. - Da A. Warburg a E. H. Gombrich. -L'alto e il basso. - Tiziano, Ovidio e i Codici della figurazione erotica del Cinquecento -Spie. - Mitologia germanica e nazismo. Freud, l'uomo dei lupi e i lupi mannari.
 
 
 

 
 
  • Carlo Ginzburg, Rapporti di forza: storia, retorica, prova, Milano, Feltrinelli, 2000, pp. 161
Esiste una verità storica? Gli storici conoscono il passato o si limitano a proiettare in esso convinzioni passioni,  e i propri pregiudizi? La riduzione della storiografia a retorica, alimentata dallo scetticismo postmoderno, si è incontrata con le posizioni politiche dei movimenti basati su identità etniche o di genere. Chi ha rivendicato la parzialità della conoscenza lo ha fatto richiamandosi all'analisi della conoscenza in termini di potere proposta da Foucault, oppure all'idea che la versione del passato destinata a prevalere sia quella retoricamente più efficace. Entrambe le prospettive derivano da Nietzsche, a cui l'autore contrappone un'altra retorica, quella fondata da Aristotele.
 
 
 

 

  • Maurizio Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 429
Oggi tutto è scritto, tutto si può ritrovare. 
L’esplosione della scrittura svela l’essenza del legame sociale, la documentalità. Perché è necessario lasciar tracce: altrimenti non ci sarà niente nessuno in nessun luogo mai.
Questo libro parla di oggetti come i soldi e le opere d’arte, i matrimoni, i divorzi e gli affidi congiunti, gli anni di galera e i mutui... Queste scartoffie le detestiamo eppure facciamo la fila per averle, e si accumulano nelle nostre tasche, nei portafogli, nei cassetti, nei telefonini, nei computer e negli archivi di ogni sorta che ci circondano, nel mondo reale e in quello virtuale.
 
 

 


 

  • Matteo Melchiorre, La via di Schenèr - Un'esplorazione storica nelle Alpi, con 14 ill. b/n di Jimi Trotter, Marsilio Nodi Venezia 1° ed. 2016, pp. 240
Matteo Melchiorre è uno storico recalcitrante.  Leggendo questo suo meraviglioso libro lo si potrebbe scambiare per un girovago, un cantastorie.
In realtà, sotto la svagata andatura della narrazione, il lavoro storico di Melchiorre è ampio, solido e accurato. Ed è grazie a questo serissimo lavoro, sornionamente raccontato come il passatempo di un perdigiorno, che si presenta alla nostra immaginazione e alla nostra conoscenza la vita plurisecolare di due comunità: la città di Feltre e gli abitanti del Primiero: uniti e separati da un passo, lo Schenèr, descritto, a seconda di chi lo attraversava, come «gola stupenda» o «orrido abisso». (da Giulio Mozzi)
 
 

 

  • Matteo Melchiorre, Requiem per un albero, Venezia, Marsilio Gli specchi  2017, pp. 163
Tomo, vicino a Feltre, 4 maggio 2002. Dopo un temporale è caduto l'Alberón. Il sussulto emotivo è stato forte. Per questo a Tomo hanno fatto il funerale a un albero. La storia dell'Alberón è anche la storia di tutti gli alberi, che cedono di fronte agli imperativi della cementificazione e all'avanzata dei capannoni industriali. Dalla vicenda di un piccolo paese del Nord Est, le idee si ampliano, ramificano e mettono radici anche altrove. Così la fine di quell'olmo diventa l'inizio di una serie di narrazioni sulla natura e sulla memoria, sul «tramonto di una territorialità» e sull'inevitabile «morte del paesaggio».

 

 


Didattica

 

  • Teresa Rabitti e Carla Santini (a cura di), Il Museo nel curricolo di storia, Roma, Franco Angeli, 2008, pp. 158
Come costruire effettivamente un dialogo fra museo e scuola?
Il testo rivolto agli insegnanti di ogni ordine e grado - dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore - e agli operatori museali sensibili alle problematiche didattiche, offre riflessioni sul significato dell'educazione al patrimonio culturale e propone ipotesi curricolari di uso del museo in sintonia con il processo di apprendimento degli allievi, corredandole con esempi di percorsi al museo realizzati con metodologie differenti: copioni, quadri di civiltà, processi di trasformazione, costruzione di concetti.
Chiudono il volume esperienze di laboratorio compiute con insegnanti ed operatori museali durante la Scuola estiva di Arcevia 2007.
 
 
 
 

 

  • Adriana Bortolotti, Mario Calidoni, Silvia Mascheroni, Ivo Mattozzi, Per l’educazione al patrimonio culturale 22 tesi, Roma, Franco Angeli, 2008, pp 192 
Il volume propone agli educatori della scuola, delle istituzioni museali e culturali elaborazioni di riferimento per ripensare il patrimonio e l’operatività: 1. la prospettiva processuale del patrimonio che vive e si modifica grazie alla continua concettualizzazione e interpretazione; 2. l’esperire ogni testimonianza e l’insieme del patrimonio come procedere complesso, intricato e intrigante per scoprire, conoscere e appropriarsi di un bene comune; 3. il patrimonio quale elemento generativo, che mette in moto saperi e relazioni.
Le tesi sono ventidue ripartite in tre parti. Ciascuna tesi è composta dal nocciolo dell’asserzione iniziale, dalla argomentazione per difenderla, da una base di riferimenti documentari.
 

 


 

  • Lettera a una professoressa della Scuola di Barbiana, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1967, pp. 166
Scritto da otto adolescenti, allievi della scuola di Barbiana (un paesino del Mugello in provincia di Firenze) , con l’aiuto dei loro compagni di classe e sotto la supervisione di don Milani, il libro prende la forma di una lettera che uno studente rivolge a un’insegnate della scuola media tradizionale di allora (anni sessanta).
Due sono i nuclei centrali della Lettera: la denuncia radicale della scuola del tempo (scuola di classe che esclude di fatto i poveri e i figli delle classi inferiori); le proposte per un altro modo  di fare scuola e didattica, capace di inclusione e promozione sociale.
 
Per approfondire:
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
  • Fabrizio Silei, Il maestro, Roma, Orecchio acerbo, 2017, pp. 48
Chi è il maestro? Don Lorenzo Milani, un uomo colto e coraggioso, passionale e schietto. Un uomo che in un minuscolo paesino del Mugello negli anni ‘60 ha dato vita a una scuola per insegnare a leggere e scrivere ai figli dei contadini. Per puro amore di studio? No, per formare coscienze critiche, pensanti, non più deboli per ignoranza, ma forti per conoscenza. La scuola di Barbiana insegnava a vivere con coscienza etica, politica, civile; insegnava, in primis, l’importanza di essere istruiti per conoscere e rivendicare i propri diritti, i diritti degli ultimi, per trovare un proprio posto nel mondo.
 

 


 

  • Franco Lorenzoni, I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica,   Palermo,  Sellerio editore,  2014, pp. 280
Racconta come i bambini possono scoprire e conquistare il senso dello stare al mondo.
Il libro raccoglie una serie di esperienze didattiche che danno prova di come si possa condurre i bambini, attraverso la conversazione, il confronto dei loro punti di vista, a misurarsi con i grandi temi dell’esistere, della formazione del mondo, senza che l’insegnante intervenga  con definizioni astratte, precostituite.
Ne scaturiscono idee che portano alla costruzione di concetti che rimangono costantemente vivi ed aperti nel loro significato.
E’ il racconto di come si può/possa insegnare/educare a pensare, a rappresentare, ad acquisire saperi in modo collettivo oltre che individuale.
 
 
Franco Lorenzoni è nato a Roma nel 1953 ed è maestro elementare a Giove, in Umbria. Ha fondato e coordina dal 1980 ad Amelia la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca intorno a temi ecologici, scientifici, interculturali e di inclusione. Per questa attività ha ricevuto nel 2011, insieme a Roberta Passoni, il Premio Lo Straniero. Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha pubblicato Con il cielo negli occhi (Marcon 1991, La Meridiana 2007), L’ospite bambino (Theoria 1994, Nuova Era 2001), con Marco Martinelli Saltatori di muri (Macro 1999), con Amaranta Capelli La nave di Penelope (Giunti 2001), con Maria Teresa Goldoni Così liberi mai (Nuova Era 2005). Collabora alle riviste «Cooperazione Educativa», «Gli Asini» e «Lo Straniero».
 
 
 
 
Se il mondo era quadrato non funzionava. Una terza elementare di Giove (Umbria) ricerca sul tempo. Guarda il video.