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Ho letto un libro - NL n.° 7


  • Nicola Cinquetti, Eroi re regine e altre rime, Roma, NER, 2009, pp. 80
Il sole tesse la trama. La luna scioglie l’ordito. Fare e disfare: dal mare verrà chi è partito”. Da Penelope a Elisasetta I, da Cleopatra a Matilde di Canossa, da Ulisse a Colombo, da Filippide a Garibaldi, da Leonardo ad Einstein, da Magellano a Napoleone, da Gandhi a Disney… Un delizioso libro in cui si snoda una galleria di cinquanta ritratti disegnati con la leggerezza del verso e la genialità della sintesi. Versi che sanno trasmettere ora allegria, ora tristezza, ora riflessione. “Io navigo verso ponente, la vita un’immensa scoperta”. Ancora un altro modo di parlare di storia coi bambini.
 
  • Guido Quarzo, Piccole preistorie, Roma, NER, 2007, pp. 72
Guido Quarzo, voce affermata e amata della nostra letteratura per ragazzi, con un’operazione audace e arguta smette i soliti panni dello scrittore e diventa spettatore, protagonista e reporter nientemeno che… della preistoria. Da lì, da quel mondo virtuale dove immagina di essere stato, egli racconta come si viveva, e quanto del presente era già in quell’infinito passato: le dimore degli uomini, le vesti, le parole e i silenzi, i colori delle cose, l’amore. Un gioco audace, intelligente, capace di coinvolgere i lettori in innumerevoli fantasie, pensieri e immagini, scatenando domande e risposte e domande ancora.
 
 
 
  • Karen Cushman, Catherine, Milano, Mondadori, 2000, pp. 165
Questo sarà il registro di Catherine, figlia di Rollo e di madonna Aislinn, sorella di Thomas, di Edward e dell’abominevole Robert, del villaggio di Stonebridge nella contea di Lincoln in Inghilterra, nelle mani di Dio. Iniziato nell’anno del Signore 1290
Non è facile per Catherine vivere nel 1290: sua madre ne vuole fare una dama perfetta, suo padre cerca di combinarle un matrimonio vantaggioso. Invece lei sogna di diventare artista, crociato, acrobata, venditore ambulante, menestrello, monaco... Sullo sfondo di un'Inghilterra medievale descritta con sorprendente vivacità, il diario di Catherine è il divertentissimo resoconto delle difficoltà incontrate da una ragazza che non accetta passivamente il proprio destino.
 
 
 
 
  • Bianca Pitzorno, La bambina col falcone, Milano, Salani, 2012, pp. 240
Delle cinque figlie di un falconiere al seguito di Federico II, Costanza, la primogenita, smania per andare in Terrasanta a liberare il Santo Sepolcro. Melisenda, secondogenita, riceve un segno del destino:  un falcone che si posa sulla culla. In famiglia vivono anche un giovane paggio, una bambinaia dal passato misterioso. E fuori di casa baroni e pellegrini, eretici e goliardi, lebbrosi e cortigiani. “La cornice del racconto cerca di ricostruire un quadro della società del XIII secolo nell’Italia meridionale, attraverso una minuziosa ricostruzione di usi e costumi, ambienti, leggi, usanze e tradizioni popolari, mode, opinioni, miti”. Ancora due  eroine da conoscere.
 
 
 
                                                                   
 
  • Roy Lewis, Il più grande uono scimmia del Pleistocene, Milano, Adelphi, 1990, pp. 178
«Il libro è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni». È vero, tanto tempo è passato, da quando vissero Ernest, il narratore di questo libro, la sua ingegnosa famiglia, il padre Edward, che fu «il più grande uomo scimmia del Pleistocene», l’amabile reazionario zio Vania, che tornava sempre a vivere sugli alberi, il viaggiatore incallito dello zio Ian, per non parlare delle ragazze.
Pubblicato dal 1960, si è fatto strada fra i classici della fantascienza a ritroso: una riflessione romanzesca, sulla storia dell’umanità, contrassegnata nel dettaglio dalla limpidezza e dall’ironia che appartengono alla migliore tradizione letteraria e scientifica inglese.
 
                                                                 
 
  • Antonia Fraser, Maria Antonietta, la solitudine di una regina, Milano, Arnoldo Mondadori, 2010, pp. 501
La tragica figura di Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa d’Austria e moglie di Luigi XVI, continua a suscitare sentimenti contrastanti: fu solo una vittima innocente? Infuenzò gli eventi della rivoluzione francese? In questa biografia Antonia Fraser ricostruisce l’itinerario di formazione personale e politica dell’infelice regina, liberando il personaggio dagli stereotipi e restituendolo alla sua dimensione umana e storica. Con lo stile di narratrice di razza che le è proprio, l’autrice descrive le grandi decisioni, gli errori di giudizio, gli slanci, le potenti aspirazioni individuali di Maria Antonietta, una donna sopraffatta dai grandi sconvolgimenti della storia.
 
 
 
 
  • Guido Gerosa, Napoleone, un rivoluzionario alla conquista di un impero, Milano, Arnoldo Mondadori,2011, pp. 524
Napoleone, una delle più grandi e controverse figure dell’età moderna, rappresenta un enigma per gli storici. Personalità complessa e di grande fascino, spirito “aperto”, fu un autentico costruttore di stati e legislazioni che ebbero l’apogeo nel suo impero. Si può affermare che, se le dittature e le grandi democrazie del Novecento hanno attinto alla sua visione universale, nella sua azione politica e nei principi da lui affermati si trovano le radici delle costituzioni occidentali e delle nozioni di libertà, diritto, famiglia, proprietà, che sostanziano la nostra vita civile. Il libro ripercorre la vita dell’uomo e del personaggio politico.
 
 
                                                              
  • Marc Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico, Torino, Einaudi, 2009,  pp. 166
Scienza degli uomini nel tempo, comprensione del presente mediante il passato, e del passato mediante il presente - questo libro non è una filosofia della storia, ma il memento di un artigiano, che narra come e perché lavora lo storico.
Il pensiero di Bloch è una meditazione sulla realtà umana, sul tempo, sulla storia come conoscenza. Le pagine sul metodo critico, soprattutto, costituiscono un contributo importante a una logica del possibile che trova nella storia - scienza dell'uomo, della vita e della terra - il suo banco di prova e che fa di quest'opera un classico di storia della scienza.
 
 
 
 
 
  • Jacques  Le Goff, Storia e memoria,Torino, Einuadi, 1977, pp. 498
La storia vissuta delle società umane e lo sforzo scientifico per descriverla, pensarla e interpretarla sono i due poli fra i quali si compendia il concetto stesso di storia.
Da Erodoto agli storici più recenti, Le Goff  indaga e confronta le tappe di questa continua ricerca sulla vita dell'uomo, sui suoi rapporti con l'ambiente, sugli eventi e la loro diversa temporalità. Una ricerca che nei suoi dialoghi con altre discipline ha proposto una storia politica, economica e sociale, cosi come una storia delle rappresentazioni, delle ideologie e delle mentalità, dell'immaginario e del simbolico, e non ultima una storia della storia.
 
 
 
 
 
  • Krzysztof Pomian, Che cos'è la storia, Milano, Bruno Mondadori, 2001, pp.287
Chi si occupa di storia, per diletto o per mestiere, arriva necessariamente a porsi alcuni interrogativi intorno ai rapporti tra storia e immaginazione, tra storia e memoria, tra storia, letteratura e giornalismo; oppure si trova di fronte a problemi di metodo connessi con le diverse tipologie di fonti ricerca. Pomian affronta con grande  acutezza questi interrogativi, giungendo a ribadire il carattere molteplice della storia; mostra i problemi dello storico, suggerendo soluzioni e prospettive inedite per accostarsi a ciò che il setaccio del tempo ha permesso giungesse a noi e che, se sappiamo leggerlo e interpretarlo, ci consegna l'eco del passato.
 
 
 
 
 
  • Daniele Panighel, La grammatica della storia, Faenza, Polaris, 2000, pp. 90
(…) e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Non sempre. Soprattutto se il mare a cui facciamo riferimento è quello delle tante parole di cui sono fatti i manuali, e i manuali di storia in particolare. L’autore affronta con decisione  e coraggio il problema del naufragio e suggerisce possibili punti di riferimento: affrontare con successo i diversi nodi del manuale (ma, in fondo, della disciplina storica) è possibile se si padroneggia la grammatica della storia. E Panighel ce lo insegna attraverso uno strumento antico: gli esercizi attraverso cui guaradare alla moviola il testo e comprenderne la tessitura più profonda.
 
 
 
 
 
  • Ernesto Perillo (a cura di), La storia istruzioni per l'uso, Tecnodid, 2002, pp. 136
La storia dovrebbe essere il sapere del tempo e dovrebbe fornire alfabeti e linguaggi per parlare del tempo e abitare il tempo. Ecco allora la necessità di una grammatica dei tempi della storia, che aiuti a comprendere e padroneggiare le modalità di costruzione del discorso sul passato, perché ogni racconto storico è un tentativo di mettere ordine e di dare senso alle vicende di cui si parla, a cominciare appunto dal tempo e dai tempi che si utilizzano per narrarle. Il percorso proposto nel volume rappresenta un possibile itinerario di ricerca rivolto agli studenti su questo fondamentale operatore della storia.
 
 
 
 
  • Piero Bevilacqua, L'utilità della storia. Il passato e gli altri mondi possibili, Roma, Donzelli, 2007, pp. 176
È ancora importante la conoscenza storica? Conserva una qualche utilità il suo insegnamento? Continua a costituire un vantaggio per la formazione del cittadino del mondo attuale? Svalutazione del passato e delle sue possibilità di conoscenza; erosione della memoria, pubblica e privata; «declino dell’avvenire», per l’impossibilità di pensarlo e prefigurarlo: è il presente ad assumere, nelle nostre società, una dimensione totalizzante, come se questo fosse davvero l’unico dei mondi possibili. Ma la storia mostra – ed è questo il suo insostituibile compito civile – che altri mondi sono possibili: che l’ambito delle possibilità umane si muove in uno spazio predeterminato, ma non chiuso.
 
 
 
  • Ernesto Perillo (a cura di), Storie plurali. Insegnare la storia in prospettiva interculturale, Milano, Franco Angeli, 2011, pp.192
Il volume presenta i risultati del lavoro di un gruppo di ricerca all'interno dell'Associazione Clio '92 a partire dalla domanda sulla relazione tra storia, intercultura, insegnamento/apprendimento del passato. I materiali sono stati organizzati in due sezioni, a cui segue una ricca e articolata rassegna bibliografica e sitografica: la prima approfondisce il significato dell'insegnamento della storia ed esplicita possibili criteri per ripensare la storia insegnata in dimensione interculturale; la seconda raccoglie proposte e percorsi didattici realizzati nelle classi, dalla scuola dell'infanzia alla secondaria superiore, con lo scopo di mettere a disposizione del lettore ulteriori spunti di riflessione e di analisi.
 
 
 
 
 
  • Ivo Mattozzi, Pensare la storia da insegnare. Vol. 1, Bologna, Cenacchi, 2011, p. 210
Preliminare ad ogni seria riflessione sulla storia da insegnare è, per l’autore,  l'analisi e la consapevolezza dello statuto epistemologico del codice storiografico che governa la produzione di qualunque discorso sul passato e che la storia / materia, la storia manualistica è storiografia; le conoscenze che la compongono hanno la medesima struttura di qualunque altra conoscenza storiografica.
Da ciò, l'importanza di rendere esplicita questa struttura, di indagare dimensione testuale e discorsiva, elementi compositivi, modalità di costruzione, operazioni cognitive implicate: alla base di una nuova didattica della storia deve esserci un'altra, più matura e complessa consapevolezza di cosa si intenda per storia.
 
 
 

 
  • Anton Cechov, Senza trama e senza finale. 99 consigli di scrittura, (a cura di Piero Brunello), Roma, Minimumfax, 2002, pp. 105
"Noi rappresentiamo la vita com'è, punto e basta"
(Cechov, lettera ad Aleksej Suvorin, 25 novembre 1892).
Questo libro è un prezioso, autorevole, appassionante concentrato di consigli di scrittura. Selezionati dal suo epistolario, i pensieri sulla scrittura di Cechov spaziano dai suggerimenti pratici sulla gestione dei personaggi al ruolo dell'intellettuale nella società, dai trucchi per rendere efficace la struttura del periodo al rapporto dell'autore con la verità e l'onestà intellettuale.
Un prontuario che Cechov ricava dalla sua esperienza di scrittore e di lettore, ma soprattutto di testimone attento e attendibile del suo tempo,  da cui imparare a scrivere. E non solo.
 
 
Ascolta l’intervista a Piero Brunello di M. Sinibaldi  (Fahrenheit  25/06/2002)
 
 
 
 
  • Anton Cechov, Scarpe buone e un quaderno di appunti. Come fare un reportage, (a cura di Piero Brunello), Roma, Minimumfax, 2004, pp. 179
Il libro presenta una scelta di pagine di Anton Cechov tratte dai suoi memorabili diari di viaggio e quaderni di appunti, dai suoi reportage, dalle sue inchieste.
Il libro è diviso in tre sezioni: 1. Preparativi 2. Inchiesta 3. Scrittura. Ogni sezione presenta poi dei veri e propri consigli per il giovane autore di inchieste (Misurare, contare, pesare; Redigere inventari; Camminare in compagnia; Passeggiare da soli; Fare osservazioni sia di giorno che di notte; Usare i cinque sensi; Accettare inviti a pranzo; Leggere i giornali locali; Raccogliere dichiarazioni e fare interviste), il tutto seguito da «esempi» del grande maestro.
 
 
 
  • Jorge Lozano,  Il discorso storico, Palermo, Sellerio, 1991, pp. 222.
“La storia – sostiene Jorge Lozano -  potrebbe essere intesa come la pratica semiotica per eccellenza, perché essa nomina, e per farlo ricostruisce raccontando, ciò che non c’è più, ma partendo da qualcosa che ci è rimasto. Così, se l’uomo è per definizione animale semiotico (…), è anche per definizione animale storico”.
Lozano parte dall’etimologia del termine  “storia’, per arrivare a considerare la storia come conoscenza indiziaria attraverso le fonti. Affronta successivamente la questione della natura narrativa della storia (sostenendo un’idea di storia che abbia anche una dimensione estetica) e delle strategie del racconto storico che vuole persuaderci della sua verità.
 
 
 
 
  • Bianca Pitzorno, Storia delle mie storie. Miti, forme, idee della letteratura per ragazzi, Milano, Pratiche Editrice, 2002, pp.221 
Qual è il ruolo dello scrittore per ragazzi? Quali obiettivi dovrebbe prefiggersi? In che misura il mercato può influenzare la sua opera? Dove sta il confine fra letteratura per ragazzi e letteratura tout court? Queste e molte altre sono le domande che si pone Bianca Pitzorno. "Storia delle mie storie": autobiografia, un po' saggio letterario, un po' racconto, un po' manuale di scrittura. Un libro che si interroga sulla lettura e sul mondo dei più giovani, sul bisogno di raccontare storie e sul gusto del pubblico, sull'etica di un mestiere che non vuole e non deve soggiacere all'imperativo del best-selling.